Due parole sullo scandalo per Gianfranco Fini



Debbo due parole a chi, sul mio blog o nei profili di Facebook, protesta con più o meno garbo per l'eccesso di informazioni su Gianfranco Fini. Non ho mai avuto dubbi in vita mia sulla legittimità delle indagini giornalistiche a proposito di chiunque chieda la fiducia degli elettori e ricopra incarichi elettivi, di governo o istituzionali a qualsiasi livello. Nessuno di loro ha diritto alla privacy, come nessuno dei suoi familiari. Posso capire che per loro sia antipatico, ma non comprendo come gli eletti non considerino per primi un dovere assoluto la trasparenza anche sulla attività della propria famiglia. Questa regola valeva per Silvio Berlusconi (e io per primo ho raccontato fin dal 1994 tutto quel che riuscivo a sapere su beni, attività e patrimoni di Veronica Lario e dei figli di Berlusconi). Valeva per Romano Prodi, per Fausto Bertinotti, per Pierferdinando Casini, per Marco Follini, per Massimo D'Alema e per i loro familiari di cui ho sempre raccontato nei giornali su cui ho scritto attività, patrimoni, avventure. Posso capire che per loro sia fastidioso (avrei la stessa reazione), ma è una delle regole della democrazia, una pena del contrappasso del potere. C'è chi l'ha capito e per primo ha cercato trasparenza in questi anni. E' un piccolo passo, ma gran parte dei deputati e dei senatori eletti hanno messo a disposizione del pubblico la situazione patrimoniale e reddituale propria e dei propri familiari. Fini, pure essendo diventato presidente della Camera, non ha reso pubblico nulla su Elisabetta Tulliani. E già questo è un motivo naturale di maggiore curiosità. E' stato grazie a sacrosanti servizi giornalistici che è potuto emergere il motivo reale di quella scarsa trasparenza: patrimoni e affari di famiglia nascondono grandi dubbi e operazioni poco trasparenti se non imbarazzanti. Ad oggi il presidente della Camera ha preferito l'imbarazzo e la nebbia a una semplice spiegazione. Quando si vende un immobile, si tratta con qualcuno e si sa chi compra. Quindi sarebbe bastata una semplice risposta. Altrimenti tutti i dubbi sono leciti e si alimentano di questa poca chiarezza. Chi si cela dietro la società proprietaria dell'immobile di Montecarlo, la Timara ltd? Quella sigla non vuole per caso dire "Tulliani immobiliare a responsabilità anonima?" o qualcosa di simile? Dubbio giustificato dal fatto che Gincarlo Tulliani fondò una società per lavorare con la Rai e la chiamò Giant enterteinment. E Giant significava "Giancarlo Tulliani". Piccola cosa? Può essere. Ma a ingigantirla è stata la scelta di fuggire quella risposta. Più si fugge, più si alimentano dubbi e ombre. 
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con le scelte politiche di Fini. E' legittimo che lui non sopporti più Silvio Berlusconi, è legittimo che sia stato deluso dal Pdl e pensi a una nuova strada politica, anche a farsi un partito nuovo. Avendo chiesto i voti per una strada che non condivide più, io credo che sarebbe giusto anche rivolgersi agli elettori e farsi confermare dal voto la nuova scelta. Ma non c'è nulla di scandaloso nel cambiare idea, ci sarà chi condivide e chi no come in ogni atto. Non c'è dubbio però che Fini si sia messo così, in modo evidente, al centro della politica italiana. E quando uno lo fa, non può lamentarsi dell'eccesso di attenzione nei suoi confronti. E' chiaro che interessa di più quel che fa lui piuttosto di un altro. E' al centro dell'attenzione e quel che dice viene vagliato e pesato più di altro. Ha scelto anche dei temi politici per il suo divorzio. Il primo è stato quello della legalità. Non stupisca che proprio quello venga verificato più di altri. In una democrazia sana quello dovrebbero fare i giornali. Anche Antonio Di Pietro ha scelto quella bandiera, il cuore della sua attività politica. E così la libera stampa gliene ha chiesto le ragioni più che ad altri. Una persecuzione? No, è questo il ruolo naturale della stampa. Se Berlusconi dice "io sono alla guida del partito che ha abbassato le tasse" e questo non è vero, i giornali si riempiranno di servizi su questa o quella tassa alzata, altro che abbassata. Avviene sempre così. E certo Berlusconi e Prodi sono stati vagliati e rivoltati come calzini dalla stampa in questi anni. Cosa è questa immunità che oggi si rivendica per Fini? Questa sì è innaturale e ingiustificata. E- permettetemelo- questa sì puzza non poco di regime. Molto più di quelle leggi bavaglio mai entrate in vigore...

6 commenti:

M_Gallian ha detto...

E' chiaro il concetto di democrazia del Sig. Fini: lui può criticare chiunque, ma lo stesso non può essere fatto nei suoi confronti. Per saperne più chiedete ai vari La Russa, Gasparri, Alemanno che l'hanno dovuto sopportare per anni!

Anonimo ha detto...

Ma il futuro signor Tulliani non è lo stesso che un paio di mesi fa, quando infuriavano le polemiche sulla “legge bavaglio”, sentenziò che la libertà di stampa è sacra e non deve essere in alcun modo limitata, anche se può dare fastidio?
Deve aver cambiato idea anche su questo, probabilmente, visto che gli capita abbastanza spesso...

Occhiocupo

cogito ergo sum ha detto...

Assai poco egregio e stimato sig. BECHIS, lei dice "...nessuno di loro (i politici) ha diritto alla PRIVACY e a quella dei suoi familiari; tant'è vero che , sempre lei scrisse tutto sui beni della LARIO e dei figli di B. e, tuttavia, non è stato tanto insistente per farsi e farci dire da dove sono venute le RICCHEZZE di berlusconi. Si dà il caso che BOSSI e diecine di TESTIMONI hanno detto che quelle ricchezze provengono dalla MAFIA, (probabilmente lei era in vacanza in quel periodo).
Nel suo articolo lei asserisce che B. ha risposto alle 10 DOMANDE di REPUBBLICA, anche se, forse, ha detto qualche BUGIA. Sono disposto a pagarle il disturbo se mi fa conoscere le 10 risposte; e per quanto riguarda a "QUALCHE BUGIA" posso assicurarle che B. ha GIURATO, ripetutamente, il FALSO sulla TESTA dei propri FIGLI:
1) quando disse che aveva conosciuto NOEMI solo in occasione della nota festa di compleanno della ragazza, salvo poi l'intervista pubblica di NOEMI che dice di conoscere PAPY da quando aveva 5 anni. 2) B. ha GIURATO il FALSO addirittura in un PROCESSO PUBBLICO dicendo che non conosceva MILSS e, dulcis in fundo, 3): ...che se uno solo di questi giuramenti fosse stato confutato si sarebbe RITIRATO dalla POLITICA (campa cavallo che l'erba cresce).
Lei continua:..."FINI ha scelto l'imbarazzo e la NEBBIA ad una semplice SPIEGAZIONE..." mentre il suo "UOMO POLITICO IDEALE" ha scelto la NOTTE più PROFONDA e LUNGA invece di spiegarci se E VERO, come disse BOSSI in tutte le pubbliche occasioni, e quando era nella piena facoltà di INTENDERE e VOLERE che: BERLUSCONI ha fatto i soldi con la COCAINA e L'EROINA che sono state la CAUSA della MORTE di MIGLIAIA DI giovani PADANI, che BERLUSCONI è un MAFIOSO (e lui lo poteva dire con certezza)..ecc.
E' alquanto DUBBIA la sua OSSESSIONE di sapere la VERITA sulla casa di MONTECARLO e non sente nessuna necessità di conoscere come il "suo" presidente del consiglio sia riuscito a pagare 500 milioni la TENUTA di ARCORE , con reltiva VILLA di circa cinquanta vani, del valore di decine di MILIARDI, a danno di una povera ORFANA dodicenne, TUTELATA, tra l'altro, da un TUTORE....(sentite gente) chiamato PREVITI, sinonimo di pura DELINQUENZA, che, praticamente, fungeva da ACQUIRENTE per nome di B. e VENDITORE a favore della RAGAZZA ORFANA dei CASATI: come a dire IL GATTO e la VOLPE, contro una ingenua e INDIFESA fanciulla di 12 anni.
Lei dice: ..."più si fugge e più si alimentano i DUBBI...ed io le chiedo: Che ne pensa di B. che da 25 anni, fugge da tutti i TRIBUNALI ITALIANI , eterno contumace, e dai PROCESSI in cui è IMPUTATO per REATI che vanno dal CONCORSO in STRAGE fino alla CORRUZIONE, attraverso un ampio arco di reati contemplati in tutti e due i codici: CIVILE e PENALE.
Lei, sig. bechis non è CREDIBILE! Lei sta perdendo il suo tempo e sta sperperando il DENARO PUBBLICO, senza il quale sarebbe costretto a fare qualche altro mestiere. Lei mette (VOLUTAMENTE) sullo stesso piano CHI è accusato di aver rubato un barattolo di marmellata con CHI è accusato di aver accumulatO RICCHEZZA di DUBBIA PROVENIENZA, di CONCORSO ESTERNO IN STRAGE e MAFIA, TRUFFA ai danni del PATRIMONIO PUBBLICO, EVASIONE FISCALE, CORRUZIONE DI TESTIMONI, SENATORI e DEPUTATI, GIUDICI ecc. ecc.
Ora io credo che lei debba smettere di fare INFORMAZIONE, se le rimane qualche briciolo di DIGNITA.
Sarà comprensibile se il presente commento sarà CENSURATO: "la qualità dell'acqua dipende dalla sua sorgemte".

Bechi'sblog ha detto...

@ Cogito ergo sum. Pensi che è il sistema stesso di google a non avere pubblicato il suo commento, considerato automaticamente spam. Ma io credo che cui sia libertà anche di insulto e di scrivere sciocchezze come sta facendo lei ben protetto dall'anonimato e quindi ho tolto dalla spama il suo elenco di contumelie basata in gran parte sulla sua fantasia. Se uno come lei il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare. Per gli altri lettori, solo un'avvertenza: nessuno dei fatti riportati corrisponde a quelli reali. In gran parte addirittura sono inventati. Io altro da dire non ho

Anonimo ha detto...

Cogito ergo sum, il suo scritto ispira compassione, lei ha bisogno di aiuto perche' mentalmente e psicologicamente e' messo male.
Mi dispiace per lei.

Bruno

Anonimo ha detto...

E' da portare ad esempio il POST
di Cogito ergo sum
è il contenitore di tutte le fandonie che da anni il lettori - di titoli di giornali e di post su siti, anche dolosamente, sinistr..ati e travagliati fanno girare, ruminandoli e trasferendo il bolo risultante di bocca in bocca, al punto che ad ogni passaggio diventa sempre più fetido e schifoso.
BASTA CON QUESTE FANDONIE
BASTA CON LA CULTURA DA TITOLI DI GIORNALI

Se si vuole discutere di politica e di sociale ci si documenti sempre per evitare di far figure da
Cogito ergo SUM..ARO sum

andrea