Ellero: Conosco il proprietario di Montecarlo. Ma non saprete mai chi è


Premessa: conosco Renato Ellero, l’uomo del giorno, da 15 anni. Lui, l’avvocato penalista vicentino protagonista ieri del colpo di scena sulla casa di Montecarlo, fu eletto in Senato con la Lega nel 1994. Se ne andò dopo pochi mesi, quando Umberto Bossi tolse la fiducia a Silvio Berlusconi. Fondò la Lega italiana federalista e per un po’ si ritagliò il ruolo di pontiere fra Berlusconi e Lamberto Dini. Noi giornalisti quando eravamo in cerca di un’intervista frizzante bussavamo alla sua porta. Non deludeva mai. Sparacchiava accuse gravissime, e non faceva mai un nome. Come quella volta che mi disse che avevano tentato di comprarlo. Chi? “Qualcuno che si muoveva in sintonia con il Quirinale”. Ma il nome? “Volessi farlo, finirei in prima pagina su tutti i giornali”. Lo faccia. “No, meglio di no”. Ieri mi è sembrato di rivedere lo stesso film. Ha rivelato di avere un cliente che gli ha mostrato le azioni della famosa Timara, proprietaria della casa di Montecarlo. Ma nomi, no, non ne può fare. E nemmeno mostrare le azioni che “chissà se ha ancora oggi: non lo so”. L’ho chiamato a casa sua. Era assediato da mille telefonate di colleghi: “Bechis, sì. Mi ricordo di lei. Ma abbia pazienza, qui è un caos, non ho manco mangiato, nemmeno fatto pipì, Me la fa fare? Mi richiama fra dieci minuti?”. D’accordo. E invece dieci minuti dopo squilla il mio telefonino. E’ lui, l’uomo del giorno.

Ellero: Chi è?
Libero: Come chi è? Mi sta chiamando lei. Sono Bechis di Libero..

Ellero: Ah, Bechis! Qui è tutto un caos, sto richiamando i numeri che mi hanno chiamato oggi…

Libero: Allora fa prima a prendere le pagine bianche e cominciare con la A…

Ellero: Lei scherza, ma qui mia moglie è incazzata. Io sono sempre regolare come un orologio svizzero, a pranzo a quell’ora… Oggi è saltato tutto.

Libero: Beh, certo, se lei crea quel terremoto, poi non può lamentarsi…

Ellero: Ma io ho fatto un comunicato, ho spiegato tutto. Pensavo fosse chiaro…

Libero: No, non ha chiarito proprio nulla. Lei ha detto che un suo cliente si è presentato da lei facendole vedere le azioni al portatore. Quando è accaduto?

Ellero: Mercoledì

Libero: E quel signore l’aveva mai visto prima?

Ellero: Certo, era un mio cliente…

Libero: Da dieci anni come si dice?

Ellero: Sì, più o meno… Adesso non mi ricordo bene, ma lo conosco da un po’…

Libero: Scusi, ma lei non fa il penalista? Il suo cliente aveva qualche guaio giudiziario?

Ellero: Io sono specialista in penale ma anche in penale societario. Ho fatto un fracco di processi di tangentopoli, uno famoso perché mi mangiai il giudice. Lo attaccai da tutte le parti finchè non  andò via…

Libero: Torniamo al suo cliente. Lo sa che perfino i finiani sono scettici su questa storia?

Ellero: Mah… E’ che io darei anche volentieri una mano a Fini. Ma non posso. Qui non è Renato Ellero in campo, ma l’avvocato Ellero. Io posso anche sapere delle cose che lo possono agevolare. Ma io devo dire solo le cose che il mio cliente mi autorizza a dire… Se lei mi dice che il mio cliente conosce Fini, le rispondo che non conosce né lui né la Tulliani.

Libero: Conosce Giancarlo Tulliani?

Ellero: Può darsi che lo conosca come nome…

Libero:.. certo, gli ha affittato casa…

Ellero: non è stato certo il mio cliente ad affittargliela. Non lui personalmente, voglio dire. Però può darsi che sappia che ha un inquilino lì. Di sicuro non l’ha mai visto né sentito. Questo posso dire…

Libero: Lei può escludere che il suo cliente abbia oggi- come dice- quelle azioni al portatore, però le abbia comprate poco tempo fa da altri?

Ellero: No. Io posso dire che le aveva ieri sera. le aveva mercoledì. Oggi non l’ho sentito. Queste azioni sono al portatore, può anche averle cedute…

Libero: quindi potrebbe averle acquistate quando quell’appartamento era già affittato a Tulliani…

Ellero: Ma quell’appartamento non è stato comprato inizialmente da questa società, la Timara. E’ stato comprato da un’altra società…

Libero: Sì, era la Printemps. Ma amministratori, sede sociale, luogo e giorno della fondazione sono identici. Il suo cliente ne ha una sola delle due?

Ellero: Non posso escludere che il mio cliente le abbia tutte e due. Non lo so. Lei sa che laggiù comprano società come fossero acqua fresca.. Costano niente, sono elementi locali che le fanno in quantità industriale e poi si mettono lì a venderle… Il problema è un altro. Voi tutti volete sapere di Fini e Tulliani. Al mio cliente non gliene frega niente. Mercoledì occasionalmente mi ha fatto vedere quelle azioni mentre parlavamo di un’altra vicenda…

Libero: Perché il suo cliente ha attività in Italia?

Ellero: Dappertutto, le ha dappertutto. Ma non posso dirle di più se no lo espongo a conseguenze…

Libero: … ma deve convincere il suo cliente a dire qualcosa di più. In Italia questa è diventata una questione di Stato…

Ellero: … ma lo è diventata perché siamo uno Stato poco serio che va dietro a queste cazzate…

Libero: non solo in Italia è importante verificare se un leader politico dice bugie o il vero…

Ellero: se Fini ha detto di non conoscere il proprietario di Timara, non ha mentito. Non conosce il mio cliente. Lo so per certo…

Libero: ma non sappiamo se all’epoca della vendita il proprietario della società fosse il suo cliente. Magari il proprietario era Tulliani che poi ha venduto a lui…

Ellero: Ma non lo so…

Libero: Può escluderlo?

Ellero: Dire lo escludo, no. Ma lo escluderei. Non ho parlato di questo con il mio cliente. Ma la sensazione è che lui non avesse la società da qualche giorno… Ne abbiamo parlato così, per modo di dire, discutendo se Tulliani era paraculo o non era paraculo…
Libero: Ah, che bella discussione. E che avete sentenziato?

Ellero: No, dicevo così per dire… Può essere che Tulliani sia andato a proporsi. Ma non con il mio cliente. Glielo dico io che il mio cliente non tratta con un Tulliani. sarà andato da uno a proporre, quello avrà valutato, ne avrà parlato con un altro e quell’altro l’avrà detto al mio cliente. Lui non ha mica tempo da perdere per una stronzata così…

Libero: Scusi e per fare quella che lei chiama una “stronzata” il suo cliente è andato ad aprire due società a Santa Lucia per comprare una casa a Montecarlo?

Ellero: Io non lo so, ma credo che il mio cliente abbia il bagagliaio pieno di società off shore… Bechis, lei ha fatto giornalismo economico, queste cose le sa perfettamente…

Libero: … ma veramente no…

Ellero: lo sa che questi qui si comprano decine di off shore e manco sanno di averle

Libero: Scusi, ma il suo cliente che non perde tempo con queste cose e manco sa perché ne ha decine, viene a trovarla e guarda caso in tasca ha proprio le azioni della Timara. Come faccio a crederle?

Ellero: Ma non le aveva in tasca. In una cartellina.

Libero: E che le aveva a fare?

Ellero: e che ne so io? Magari prima era andato in banca per un prestito o dal commercialista per la dichiarazione dei redditi..

Libero: ma non è residente all’estero? Mica deve fare la dichiarazione dei redditi in Italia…

Ellero: Ah, non lo so questo se la residenza vera è qui o là… Io non lo so e non voglio saperlo. Io gli faccio solo da consulente. Quando lui fa una operazione finanziaria gli dico: guarda che con questo vai dentro, con questo no. Poi lui è libero di fare anche quello con va in carcere. Ma io glielo ho detto prima…

Libero: E questo signore che vive all’estero forse sì forse no, non è veneto, che viene a fare da lei a Vicenza?

Ellero: Sono il suo avvocato…

Libero: ma lei ha lo studio a Vicenza…

Ellero: … ma opero ovunque. Ho lavorato anche con una grossa multinazionale di cui non posso farle il nome..

Libero:… naturalmente. Mai nomi!

Ellero: Ah, io mica ho bisogno di pubblicità. E’ come quando si va in un ristorante dalle parti di un lago sopra Belluno…

Libero: Quale ristorante?
Ellero: Non faccio il nome…

Libero: … ci avrei giurato…

Ellero:… è un ristorante rinomato, si paga 3-400 euro a testa..

Libero: Roba da off shore!

Ellero: … di solito ci si va con l’amante…

Libero: … niente nomi?

Ellero:…è noto in tutto il mondo. Ma è noto a pochi, perché pochi possono spendere così. A me non piace, perché ti danno quelle porzioni da mezze seghe.. Io preferisco cibo da camionisti…

Libero: scusi, ma che c’entra allora il ristorante?

Ellero: è come le off shore…

Libero: Ah, se lo dice lei. Mi parli del suo cliente. Perché l’ha chiamata venerdì sera chiedendole di rivelare che lui è il proprietario di Timara?

Ellero: Perché si è incazzato dopo che aveva sentito il ministro di Santa Lucia che rivelava il nome…

Libero: Il ministro ha rivelato il nome di Tulliani, non quello del suo cliente. Se è vero quello che dice lei, dovrebbe essere felice: il suo anonimato è stato protetto…

Ellero: Ma non doveva fare nessun nome. Il mio cliente si sarebbe incazzato anche se il ministro avesse detto : “il proprietario è Bechis!”. E’ la regola ferrea di Santa Lucia (io dicevo: che l’inverno porta via… Ma il mio cliente mi ha detto che non si dice all’italiana. Si pronuncia Lusìa, non Lucìa, e la rima non viene più). Un governo non può sparare nomi alla cazzo di cane. Ci sono regole nei paradisi fiscali. Se no vadano a pascolare capre…

Libero: Senta Ellero, è vero che stamattina è venuto a trovarla il finiano Conte?

Ellero: Sì, ma con molta discrezione, perché voleva sapere di più. Gli ho offerto un aperitivo, ma non gli ho dato nessuna notizia. Non posso

Libero: ma adesso deve convincere questo cliente a mostrare in pubblico queste azioni al portatore…

Ellero: se lei pensa che io abbia tempo da perdere per queste cazzate, si sbaglia. Se lui vuole darmele, me le dà. Se non vuole non me le dà.

Libero: ma noi se non vediamo, non crediamo…

Ellero: questo è un problema vostro. Lui mi ha chiesto di fare così e io così ho fatto. Oggi non si è fatto sentire, quindi significa che ha ottenuto l’effetto che voleva ottenere. Non ci sarà altro.

Anteprima dell'intervista che appare su Libero domenica 26 settembre 2010

Il caso Fini è chiuso. Ha mentito. Vorremo ridere, come diceva lui. Ma c'è da piangere



Gianfranco Fini ha regalato un milione- un milione e mezzo di euro a suo cognato, Giancarlo Tulliani, sottraendolo alle casse del partito che guidava, Alleanza Nazionale. E’ stato Tulliani ad acquistare la celebre casa di Montecarlo con la Printemps Ltd l’11 luglio 2008 ed è stato lui a rivendersela alla Tulliani immobiliare (Timara Ltd) al solo scopo di confondere le tracce sulla proprietà. Dalla vendita di quella casa Alleanza Nazionale ha ricevuto 300 mila euro, una cifra con cui a Montecarlo non si poteva acquistare nemmeno un box auto o una cantina. Prima della vendita c’era stata un’offerta superiore al milione di euro. Oggi con la stessa metratura nella stessa via vengono venduti appartamenti al prezzo di 2,5-3 milioni di euro. E’ chiaro il danno inferto al partito politico e l’ingente vantaggio finanziario consentito al cognato di Fini, che può rivendersi l’immobile ai valori veri di mercato. Ora che il ministro della giustizia dell’isola di Santa Lucia, ai Caraibi, ha certificato la proprietà di Printemps e Timara in una lettera riservata al suo primo ministro, di cui è venuta in possesso la stampa locale, la verità è venuta alla luce: quella casa è passata dalla famiglia politica alla famiglia personale di Fini. Non c’è più bisogno nemmeno di fare perdere tempo e soldi ai magistrati italiani che oltretutto non sarebbero stati in grado di venire a capo di nulla, vista la raffinatezza dell’operazione compiuta in un paradiso fiscale. Sembra grottesca alla luce di questo documento ufficiale del governo di Santa Lucia quella risposta che Fini stesso diede poche settimane fa ad Enrico Mentana che lo intervistava per il Tg di La7: “Non ho nulla da temere perchè non ho nulla da nascondere. Rideremo quando sarà fatta chiarezza dalla magistratura, basta aspettare qualche settimana, qualche mese”. Non è stato necessario tanto tempo, per fortuna. E guardando quella lettera c’è davvero da ridere. Ma non è il presidente della Camera a poterlo fare. Dovremmo ridere noi chiamati “infami”, appellativo che come ricordava giustamente Marco Travaglio, fa parte del gergo usato dai mafiosi per attaccare chi sceglie la verità e lo Stato e non loro. Ma non c’è molto da ridere, perché la questione è assai seria e grave. Quel documento pubblicato dalla stampa caraibica, che certifica la vendita a Tulliani della casa di Montecarlo, dimostra che Fini ha mentito sia davanti al suo partito che di fronte all’opinione pubblica. E’ un peccato grave per un uomo politico, in grado da solo di rovinare carriere in molti paesi del mondo. E’ un peccato più grave se commesso dalla terza carica istituzionale del paese, oltretutto con minacce gravi e a questo punto del tutto ingiustificate alla libertà di espressione e di stampa in Italia. Dopo questa clamorosa bugia svelata dal governo di Santa Lucia, non è più problema di una parte politica la permanenza o meno di Fini alla presidenza della Camera. E’ un problema di tutto il paese, che non  può più essere da lui rappresentato a una così alta carica istituzionale. Il resto ha diritto a chiederlo, anche con azioni giudiziarie, chi ha militato in Alleanza Nazionale anche a prezzo di grandi sacrifici: la restituzione di quella casa. Allo stesso prezzo a cui è stata venduta la prima volta.