La Finocchiaro vuole querelarmi. Ma qui la querelo io, immunità permettendo



     Su “Libero” di Sabato 26 Febbraio 2011 a pagina 3 è stato pubblicato un articolo a firma Franco Bechis così titolato:“LA NUOVA AFFITTOPOLI” FINOCCHIARO SALDI DEMOCRATICI LA CASA COSTA IL 30% IN MENO. L’articolo è accompagnato da una mia fotografia
     Poiché nell’articolo in questione e nel richiamo di prima pagina sono contenute informazioni inesatte ed artatamente fuorvianti, lesive del mio decoro e della mia dignità, con riserva di ogni e più opportuna azione a tutela della mia immagine e della mia onorabilità, La invito a volere pubblicare, nelle stesse pagine e con lo stesso risalto grafico, la presente nota di rettifica:
Per l’acquisto dell’appartamento di proprietà della Cassa del Notariato, sito in Roma via dei Savorelli,             non mi è stato praticato alcuno sconto o condizione economica di favore.
L’appartamento in questione, giusta delibera del Consiglio di Amministrazione della Cassa, era stato precedentemente offerto in vendita all’inquilino al prezzo di € 745.000,00. Non avendo questi accettato l’offerta nel termine assegnato, in data 02.07.2009 l’offerta di vendita allo stesso prezzo veniva inserita nel sito web della Cassa e riservata a notai e/o a loro parenti; entro il termine di scadenza pervenne una sola offerta da parte di un Notaio ad un prezzo inferiore che la Cassa ritenne di non accettare. Parecchi mesi dopo, la Cassa del Notariato su mia domanda, deliberò la vendita a mio favore al prezzo di € 745.000,00, già precedentemente offerto senza successo all’inquilino e ai Notai.
Sono decisamente fuorvianti le indicazioni del prezzo di vendita di altre unità immobiliari della zona, di dimensioni notevolmente inferiori, ove si consideri quanto invece artatamente taciuto dal ben informato Bechis e precisamente:
a) al momento della vendita l’appartamento era occupato dall’inquilino che lo ha rilasciato dopo  cinque mesi.
b) l’unità immobiliare, risalente agli inizi degli anni ’50,era in pessime condizioni manutentive,con impianti idraulici ed elettrici ormai fatiscenti e non a norma.
c) nello stesso edificio sono rimaste invendute, e sono ancora in vendita, n. 7 unità immobiliari di proprietà della Cassa offerte a prezzi oscillanti intorno a 4.000,00 € al mq.
Non è vero che non possedevo i requisiti per l’acquisto. Gli immobili che la Cassa del Notariato decide di dismettere, secondo il regolamento della stessa, vengono offerti in vendita al prezzo deliberato dal Consiglio di Amministrazione a seguito di stima della Commissione di Valutazione Tecnica,con prelazione a favore dell’inquilino e, in caso di mancato esercizio, dei Notai e dei loro parenti.  Se nessuna di queste categorie accetta l’offerta nel tempo assegnato, come nel caso di specie, la proposta di vendita viene estesa al libero mercato degli acquirenti.
Anche la notizia relativa alla stipula di un mutuo bancario a tassi di favore è del tutto priva di fondamento. Ho contratto il mutuo alle condizioni standard offerte al pubblico per un mutuo a tasso variabile.Distinti saluti,


                                      Anna Finocchiaro

La senatrice Anna Finocchiaro con un pizzico di ritardo ci tiene a fare pubblicare su Libero la stessa versione dei fatti già pubblicata ieri in una lettera del presidente della Cassa nazionale del notariato, Paolo Pedrazzoli. La accontentiamo. Ma non convince. Primo: sul sito Internet della cassa del notariato (http://www.cassanotariato.it) esiste una sezione “Alienazioni” con su scritto “riservato ai notai”. E in effetti solo i notai possono accedervi con le password di Notartel. L’unica cosa visibile a tutti è il regolamento di vendita delle case. Dove è chiaramente scritto che sono riservate in via esclusiva a “tutti i notai in esercizio, in pensione, e a parenti di notai entro il terzo grado”.  La Finocchiaro non chiarisce nella sua risposta a quale di queste tre categorie ella appartenga. Nessuna norma del regolamento pubblico indica che in caso di asta a vuoto fra i notai la casa possa essere venduta a chicchessia. Per altro un comune cittadino non avrebbe modo di sapere che è in vendita, visto che non è stato pubblicato alcun annuncio immobiliare, né un bando pubblico per l’assegnazione della stessa. L’autore dell’articolo- come ironicamente scrive la Finocchiaro- “è ben informato” per il solo fatto che fa il suo mestiere basandosi su prove documentali e non su chiacchere. La Finocchiaro dice il falso e diffama l’autore dell’articolo accusando di avere omesso il fatto che l’immobile era stato venduto occupato da inquilino. Ho scritto “al momento dell’acquisto c’era dentro ancora un inquilino in scadenza di contratto che aveva rifiutato l’offerta”. Ogni dato riportato nell’articolo è comprovato da documenti. La Finocchiaro- diffamandomi- sostiene che “anche la notizia relativa alla stipula di un mutuo bancario a tassi di favore è del tutto priva di fondamento”. In nessuna parte dell’articolo è scritto “a tassi di favore”. E’ invece scritto “ha acceso un mutuo quindicennale da 500 mila euro con il Monte dei Paschi di Siena al tasso di interesse annuo dell’ 1,604%”. Nessun giudizio su quel mutuo. La cifra è tratta dal documento depositato al catasto dal notaio di fiducia della Finocchiaro, Daniela Corsaro di Belpasso (che qui riproduciamo). Tutti gli annunci immobiliari esistenti per la stessa via dove la Finocchiaro ha acquistato casa indicano prezzi al mq oscillanti fra 5.346 e 7 mila euro, assai superiori ai 4 mila euro pagati dal capo dei senatori del Pd. Questi sono i fatti. Visto il tono e le considerazioni diffamatorie lesive del mio decoro e della mia professionalità contenute nella sua lettera, sono io che mi riservo ogni e più opportuna azione a tutela della mia immagine e della mia onorabilità. Certo che vorrà rinunciare alla immunità parlamentare di cui con generosità la sua categoria e anche la sua parte politica si fa scudo.
Franco Bechis

Lo strano caso di casa Finocchiaro



C’è voluto un quarto di secolo per convincerla e soprattutto un buon prezzo, di quelli che non si possono proprio rifiutare. Così alla fine anche un siciliana doc come Anna Maria Paola Luigia Finocchiaro, che in parlamento siede ininterrottamente dal lontano 1987, si è decisa a mettere su casa a Roma. Il capogruppo del Pd in Senato ha infatti acquistato sul colle che sale sopra San Pietro, dietro la Gregorio VII, la sua prima casa nella capitale poco meno di un anno fa. Nove vani al quarto piano, circa 180 metri quadrati a un prezzo più che buono: 745 mila euro. Visto che c’era da mettere mano al portafoglio e che la zona lo richiedeva, con altri 45 mila euro la Finocchiaro ha conquistato un box auto personale. Per acquistare la capogruppo del Pd in Senato ha anche accesso un mutuo quindicennale da 500 mila euro con il Monte dei Paschi di Siena al tasso di interesse annuo dell’ 1,604%.
L’investimento è fatto per le figlie, Costanza Luigia Fosca e Miranda Tina, che risultano acquirenti dell’immobile, ma l’usufrutto è riservato a mamma Finocchiaro e al gentile consorte, Melchiorre Fidelbo, entrambi acquirenti dell’appartamento. A vendere casa e box è stata il 17 maggio scorso la Cassa nazionale del notariato, che con quella cessione ha praticamente finito la sua libertà di vendita dei palazzi in cui aveva investito: dal primo luglio successivo per farlo serve l’autorizzazione del ministero del Lavoro. Il senatore del Pd ha sicuramente fatto un buon affare: ha acquistato a poco più di quattro mila euro al metro quadrato. Al momento nella stessa via a pochi metri di distanza quattro grandi agenzie immobiliari hanno messo in vendita otto appartamenti. Un bilocale da 55 metri quadrati è offerto a 355 mila euro, pari a 6.455 euro al metro quadrato. Al secondo piano di un palazzo limitrofo c’è un trilocale da 90 metri quadrati in vendita per 570 mila euro, e quindi per 6.333 euro al metro quadrato. C’è anche un appartamento allo stesso livello di quello della Finocchiaro e il prezzo per 100 metri quadrati è di 680 mila euro, pari a 6.800 euro a metro quadrato. La media delle transazioni effettuate negli ultimi due anni nella stessa via è di circa 6.400 euro a metro quadrato. Fosse stato applicato quel prezzo anche alla Finocchiaro avrebbe dovuto sborsare 407 mila euro in più: significa che lo sconto ottenuto dalla Cassa del notariato è stato superiore al 30 per cento rispetto ai valori di mercato. Capita quando si compra dagli enti previdenziali. Di solito questo è lo sconto riservato agli inquilini. Ma la famiglia Finocchiaro Fidelbo non ha mai abitato in quella casa: al momento dell’acquisto c’era dentro ancora un inquilino in scadenza di contratto che aveva rifiutato l’offerta. Anche se nessuno fra i notai è disposto a commentare quella che considera una normale transazione immobiliare, in ambienti vicini alla cassa si sostiene che prima di vendere qualsiasi immobile si riunisce una apposita commissione tecnica per definire il prezzo “congruo” dell’appartamento e che nessuna transazione può essere scontata rispetto a quella somma. Se a comprare fosse stato quindi un notaio, avrebbe ottenuto lo stesso prezzo. E in effetti dovrebbero essere solo i notai ad acquistare. Sul sito Internet della Cassa nazionale del notariato c’è anche un regolamento per le vendite. E lì si sostiene che “sono aperte a tutti i notai in esercizio, in pensione e parenti di notaio entro il terzo grado i quali tutti potranno proporre le offerte di acquisto” a determinate modalità. La Finocchiaro notaio non è, e non risulta neppure in possesso di strette parentele nella categoria. Aveva certo ottimi rapporti per via della sua attività politica con i vertici del notariato: un legame di amicizia stretto con l’ex presidente della categoria (uno dei professionisti più influenti), Gennaro Mariconda. E ora certo dovrà avere un rapporto di buon vicinato anche lo steso direttore della cassa che le ha venduto l’appartamento, Valter Pavan, perché anche lui ha acquistato un appartamento in quel palazzo. Lo sconto dunque è stato consistente (quel che si dice dunque un ottimo affare) ed applicato anche a una “fuori categoria” per quanto autorevole sia la parlamentare di lungo corso del Pd. Ed è testimonianza ormai di una realtà consolidata: nessun vip, meno che mai politici di professione, affitta o compra casa come fanno tutti gli altri italiani: semplicemente a prezzi di mercato.