Il governo di Enrico Letta si fa
bello abolendo il finanziamento pubblico ai partiti. E' in gran parte
falso, ma comunque ipocrita. Primo perché soldi pubblici arriveranno
ancora per tre anni. Secondo perché ai partiti è dato un premio
speciale. detrazioni al 52% per chi dona loro fino a 5 mila euro. Tanto
per capirci quei 5 mila euro donati alle Onlus consentono una detrazione
oggi del 19%, dall'anno prossimo del 26% (la metà esatta). E' ingiusto:
i partiti OCCUPANO lo Stato, le Onlus si sostituiscono allo Stato dove
colpevolmente manca. Di fronte a questa cinghia fasulla da tirare il
tesoriere del Pd, Antonio Misiani, ha trovato l'uovo di Colombo: con la
scusa dei soldi pubblici che mancano, ha annunciato a 180 dipendenti del
partito che li manderà in cassa integrazione. In deroga, naturalmente:
18 mesi di stipendio pagati tutti dai contribuenti italiani. Così che
cambia? Io un'idea ce l'ho: quei 180 dipendenti siano stipendiati tutti
dai circa 60 parlamentari del Pd (Enrico Letta compreso) che vivevano a
Roma già prima di essere eletti. Prendono 3.500 euro al mese di diaria
per le spese di soggiorno a Roma (che non hanno) e 1.100 euro al mese di
rimborso taxi per raggiungere l'aeroporto e volare a Roma (per loro
grottesco). Con quei soldi si pagano almeno 120 dipendenti del Pd...
Il giurista più amato da Travaglio e Grillo: Berlusconi? Eleggibile!
Silvio Berlusconi è eleggibile, perché ormai è stata interpretata così la famosa legge del 1957. E non una, ma due volte. Quelle pronunce della giunta per le elezioni nel 1994 e nel 1996 (poi ripetute nel 2002 e nel 2006) fanno ormai giurisprudenza e integrano quella legge, rendendo inutile la discussione. A chiarirlo è stato- nel silenzio generale, Gustavo Zagrebelsky intervistato da Piazza Pulita. Una vera sorpresa, perché Zagrebelsky è amato (oltre che dal Pd) sia da Beppe Grillo che da Marco Travaglio, che lo volevano al Quirinale per la sua indipendenza. Proprio i due che volevano fare fuori Berlusconi con quella leggina sono stati "fregati" da quello che apertamente hanno definito "il più grande giurista italiano".
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